BASKET CASE

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USA, 1982

REGIA: Frank Henenlotter

CAST: Kevin Van Hentenryck, Terri Susan Smith, Beverly Bonner, Robert Vogel, Diana Browne, Lloyd Pace, Bill Freeman

Un ragazzo cammina nei quartieri più degradati di New York, portando con sé un cesto di vimini. Preso alloggio in un albergo squallido, il giovane fa la conoscenza dei clienti squinternati che occupano le camere, ma dopo poco alcuni di loro vengono uccisi, aggrediti e mutilati da un orribile essere che vive proprio all’interno del cesto del ragazzo. All’origine di tutto c’è un’operazione chirurgica avvenuta molti anni prima…

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Lo status di BASKET CASE è quello di cult assoluto praticamente in tutto il mondo. La motivazione va cercata da più parti: la pellicola è girata a bassissimo costo (e si vede), gli attori non sono campioni di recitazione e i dialoghi non sono poi così importanti. Tutti questi elementi però, che in altre occasioni avrebbero dato vita a un fallimento su tutti i fronti, in questo caso formano un film con un tasso altissimo di morbosità e con effetti speciali disgustosi e ultrasplatter.

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BASKET CASE è un piccolo film sporco e sanguinoso, che colpisce per la sua struttura povera ma solidissima. Il rapporto fra il protagonista e l’orribile essere è un crescendo d’inquietudine e l’esplosione di orrori (che soddisferà tutti gli amanti dello splatter più viscerale) diventa un elemento che si amalgama con l’ambiente vissuto dal ragazzo: i personaggi squallidi e reietti della società disseminati in giro si avvicinano al giovane trascinandolo in un vortice di delirio. Non stiamo però parlando di un banale spettacolo di exploitation: Frank Henenlotter cerca di farci riflettere sulla solitudine del “diverso” e sull’angoscia provata da chi ha vissuto l’abbandono sulla propria pelle: la normalità diventa una colpa da espiare. Difficile pensare a qualcosa di più cupo e pessimista.

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Scene forti e tematiche non facili da digerire sono alla base di un film molto sgradevole ma riuscito, non troppo adatto semmai a chi è abituato all’horror di routine.

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