LA CASA DELLE OMBRE LUNGHE

alt="la casa delle ombre lunghe"

TITOLO ORIGINALE: House Of The Long Shadows

G.B. 1983

REGIA: Peter Walker

CAST: Vincent Price, Christopher Lee, Peter Cushing, Desi Arnaz Jr, John Carradine, Julie Peasgood

Ecco un “addio alle armi” in piena regola, per tanti motivi. Tanto per cominciare, LA CASA DELLE OMBRE LUNGHE è l’ultimo film di Peter Walker, regista influente che anni prima aveva firmato diverse pellicole piuttosto interessanti. Per l’occasione, il cineasta inglese raduna quattro personaggi di spicco e li piazza in una storia dal sapore retrò, ben sicuro di entrare così nelle grazie degli horrormaniaci più fedeli, ma ci riesce solo in parte e il colpo non va a segno come dovrebbe.

alt="la casa delle ombre lunghe"

Sulla carta, l’esperimento era indubbiamente interessante: riunire Vincent Price,Christopher Lee, Peter Cushing e John Carradine è una di quelle cose che farebbe venire l’acquolina in bocca a qualsiasi appassionato, eppure Peter Walker non è più quello di una volta e neppure i protagonisti della storia hanno più la grinta che da sempre li contraddistingue: tutti appaiono invecchiati e la loro presenza non ha lo spessore che in tanti si aspettavano.

alt="la casa delle ombre lunghe"

La storia è semplicissima e ricalca situazioni già usate più volte nei classici del brivido: uno scrittore accetta di passare una notte in un castello abbandonato per scrivere un romanzo in seguito a una scommessa col suo editore (il compianto William Castle aveva trattato questa tematica alla fine degli anni ’50, giusto per citare almeno una delle tante fonti d’ispirazione), ma il maniero non è affatto abbandonato e gli eventi inquietanti cominciano a fare capolino, tra urla e spaventi all’acqua di rose.

alt="la casa delle ombre lunghe"

Il problema è che LA CASA DELLE OMBRE LUNGHE è un tentativo di riproporre una storia classica in un periodo in cui certe tematiche erano completamente passate di moda. Siamo nel 1983 e vedere un uomo che si muove nei corridoi con un candelabro in mano (vestito però in pieno stile ’80) non convince più nessuno e, anche se i toni sono quasi da commedia, si ha l’impressione di un progetto stantìo, sbiadito e poco divertente.

La tensione è ai minimi termini e i bei castelli di una volta, ricchi di colori pastellati e di stanze romantiche ai cui eravamo abituati qua non ci sono più. Sia chiaro, le scenografie non sono da buttare: non mancano quadri e oggetti antichi nella più classica tradizione gotica, ma tutto suona come una forzatura e il progetto non coinvolge.

Cosa salvare quindi di questo film? C’è qualche delitto, un pochino di sangue e la risoluzione finale, che non entusiasma ma almeno non è tirata via come ci si potrebbe aspettare, considerando tutto quello che viene prima. LA CASA DELLE OMBRE LUNGHE potrà forse piacere (un po’) ai nostalgici di un certo cinema, anche se è impossibile non fare caso alla debolezza dell’insieme. Trascurabile.