IL SERPENTE ALATO

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TITOLO ORIGINALE: Q The Winged Serpent

USA, 1982

REGIA: Larry Cohen

CAST: David Carradine, Michael Moriarty, Candy Clark, Richard Roundtree, Peter Hock, Fred J. Scollay

Un mostro gigantesco vola nei cieli di Manhattan. Risvegliata da sanguinari riti aztechi celebrati in un palazzo, la creatura (a metà fra un uccello e un serpente) carpisce e divora persone che hanno la sfortuna di trovarsi in cima a grattacieli o in posti sopraelevati. La polizia non sa come muoversi, ma un landruncolo scopre per caso il nascondiglio del mostro e decide di sfruttare la situazione a suo vantaggio…

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Un buon b-movie da Larry Cohen, punta di diamante del cinema a basso costo con un bel cast: Michael Moriarty, Richard Roundtree (Shaft Il Detective, 1971) e David “Kill Bill” Carradine. La storia si rifà ai classici del tempo passato, quando creature volanti imperversano nei cieli per spargere il terrore, ma Cohen inserisce tanti e interessanti elementi che fanno di IL SERPENTE ALATO un film da non perdere.

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La vicenda illustra gli spostamenti della Polizia, inframezzati da scene splatter con la creatura volante che pasteggia con qualche sventurato cittadino che si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato, tratteggiando in maniera efficace tutti i personaggi: Michael Moriarty è ottimo e pure chi gli ruota attorno ha uno spessore notevole.

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Il mostro è realizzato in stop-motion e, se è vero che l’effetto non è dei migliori, c’è da dire che le riprese in mezzo ai grattacieli hanno un grandissimo impatto; gli effetti sanguinosi sono di alto livello e IL SERPENTE ALATO riesce a essere a suo modo anche piuttosto macabro (geniale la trovata dei pezzi di cadaveri che cadono nelle strade di Manhattan). C’è una diffusa ironia che pervade tutta la vicenda, ma Larry Cohen ha l’intelligenza di non far mai scadere nulla in comicità vera e propria, così la storia scorre leggera e con un ritmo pimpante fra indagini poliziesche, fallimenti esistenziali, vittime smembrate da un mostro volante e riti aztechi. Gli ingredienti sono tanti quindi, ma il bello è che tutti sono dosati alla perfezione, senza mai esagerare.

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Sembra che Cohen abbia voglia di giocare con le situazioni che mette sullo schermo: il protagonista è un poco di buono, mezzo alcolizzato e ex drogato che riesce però a suscitare una certa simpatia, la creatura non si capisce bene cos’è; a volte viene chiamata “uccellaccio” (ha le zampe come quelle dei rapaci e un muso che ricorda un becco), altre volte viene descritta (e come suggerirebbe il titolo) come un rettile, un serpente appunto, comunque quando la si vede tutta intera sembra una specie di dinosauro volante…

Per gli amanti del cinema di genere IL SERPENTE ALATO è una manna dal cielo, vena creativa e intrattenimento sono assicurati. Da vedere.

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