ITALIA, 1989
REGIA: Michele Soavi
CAST: Tomas Arana, Barbara Cupisti, Asia Argento, Giovanni Lombardo Radice, Feodor Chaliapin Jr, Antonella Vitale, Olivia Cupisti
Nel prologo de LA CHIESA, vediamo un gruppo di cavalieri teutonici compiere una strage in un villaggio. Dopo aver gettato i cadaveri in una fossa comune, sopra di essa viene costruita un’enorme cattedrale.
Ai tempi nostri, varie persone lavorano all’interno della chiesa e seguendo alcune indicazioni, un bibliotecario sposta un’enorme croce situata da qualche parte nei sotterranei e libera le forze del male imprigionate, che risalgono in superficie. Da quel momento la cattedrale diventa una specie di prigione dalla quale è impossibile uscire. A farne le spese saranno le varie persone che si trovavano dentro, obbligate a dover fare i conti con i demoni sanguinari.
Un buon film del nostro Soavi, inferiore al successivo La Setta ma comunque di buon livello. Molti i punti a favore: tanto per cominciare il cast è ben diretto, con Tomas Arana, Barbara Cupisti, Giovanni Lombardo Radice (ottimo, nella parte di un viscidissimo reverendo) e una giovanissima Asia Argento.
Soavi si diverte a mettere in piedi succulente invenzioni visive: la telecamera percorre gli anfratti della chiesa e ci introduce nei meandri nascosti di quell’antica dimora. Il merito va all’esperto scenografo Antonello Geleng (che con Soavi darà il meglio di sé in Dellamorte Dellamore). Le musiche dei Goblin e di Keith Emerson si mescolano e danno vita a uno score avvincente e incalzante.
Il regista si concede anche un piccolo cammeo (ricordiamo ai neofiti che Soavi ha cominciato con la recitazione) e, quello che ne è venuto fuori, è un film con diverse scene splatter (trucco di Rosario Prestopino), ironia (la vecchia che suona le campane con la testa del marito) e paura.
Intrigante e stiloso, un classico di sempre.