LA MASCHERA DELLA MORTE ROSSA

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TITOLO ORIGINALE: The Masque Of The Red Death

USA, 1964

REGIA: Roger Corman

CAST: Vincent Price, Hazel Court, Jane Asher, David Weston, Patrick Magee, Nigel Green, Robert Brown

Tra tutti i film di Roger Corman ispirati ai racconti di Edgar Allan Poe, LA MASCHERA DELLA MORTE ROSSA è a mio avviso il migliore. La storia è quella del crudele principe Prospero, un signorotto devoto a Satana che governa gli abitanti di un paese col terrore. All’interno del suo castello, Prospero organizza feste sfarzose con ospiti illustri, isolato dal resto del mondo e al riparo dalla Morte Rossa, un morbo che sta decimando la popolazione. Convinto che i riti satanici siano in grado di donargli forza e potere, il principe passa i suoi giorni deridendo e sfidando la Morte, finché un ospite indesiderato fa il suo ingresso nelle sale del castello…

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Corman punta tutto sulle scenografie e sull’interpretazione di un superbo Vincent Price, qua al massimo della sua forma. LA MASCHERA DELLA MORTE ROSSA a livello visivo è un film davvero notevole: le sale del castello hanno tutte una tonalità diversa e il ballo in maschera degli invitati è uno spettacolo colorato e sfavillante che offre l’occasione per una bellissima parata di costumi; sembra di stare all’interno di un gigantesco teatro, anche perché la recitazione di Price è pomposa e solenne come non mai. Roger Corman omaggia in un sol colpo due racconti di Poe: oltre a quello del titolo, nel film si fa riferimento anche a Hop Frog, altra celebre storia uscita dalla penna dello scrittore di Boston.

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A livello di contenuti, quello che colpisce di più è il riferimento insistito al satanismo che viene fatto per tutta la durata del film e, tra croci rovesciate, discorsi blasfemi (Price dice a una ragazza che il suo Dio è morto) e luciferini rituali con altari, l’impressione è che Roger Corman tenesse in modo particolare a questo film più che alle altre sue pellicole ispirate a Poe; questo vale sia per l’allestimento generale che per lo sviluppo della trama (che di per sé è semplicissima, ma sono le finezze di cui è infarcita a fare la differenza). Il finale poi è sorprendente.

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Il mio consiglio è quello di recuperarlo senza esitazioni: se è vero che le due donzelle Hazel Court e Jane Asher a livello di recitazione non sono chissà cosa, LA MASCHERA DELLA MORTE ROSSA dimostra ancora una volta che il talento di Vincent Price è invece qualcosa di grandioso.

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