AMERICA COSÌ NUDA, COSÌ VIOLENTA

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ITALIA, 1970

REGIA: Sergio Martino

CAST: Giorgio Albertazzi (Voce Narrante)

In perfetto stile mondo-movie, Sergio Martino realizza alla fine degli anni ’60 questo documentario, che vorrebbe mostrare i lati nascosti del territorio americano. Con la voce narrante di Giorgio Albertazzi (e quella di Edmund Purdom nella versione estera), le musiche di Bruno Nicolai e il montaggio di Michele Massimo Tarantini, inizia il viaggio nelle zone poco discusse dall’opinione pubblica, dove è più evidente il dislivello fra i vari ceti sociali.

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Barboni lasciati a loro stessi destinati a consumare la poca vita rimasta in perfetta solitudine e lussuose attrezzature per accogliere vecchi borghesi sono le due facce di una stessa medaglia, ma siamo anche in pieno periodo di contestazione, con hippies che si muovono in massa per gridare all’amore libero, tra amplessi e droga. I giovani rifiutano il contatto con le armi e, per evitare di andare in guerra, c’è addirittura chi si fa tagliare le dita.

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Nelle abitazioni di New York, al riparo dallo smog e dalla frenesia della vita cittadina, qualcuno sfoga la propria solitudine con bambole gonfiabili, o pagando per dipingere corpi nudi di donne, ma è tutto il mercato del sesso a essere in crescita, ci sono infatti anche ristoranti che offrono cene sexy (con cameriere nude) e spettacoli pensati per raccogliere più fasce di pubblico, come i cinema per i gay e i locali con spogliarellisti fisicati.

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In AMERICA COSÌ NUDA COSÌ VIOLENTA Martino tocca anche il caso dell’omicidio di Sharon Tate, commesso (qua viene dato per certo!) da una setta satanica, spiata per l’occasione dalla troupe il giorno prima della confessione (!). Assistiamo così a un macabro rituale, dove il sangue di un pollo sgozzato viene sparso nel corpo di una ragazza e poi leccato dai membri della setta. Pura fiction che però parecchi lustri fa aveva il suo perché.

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In un paese apparentemente civilizzato, la telecamera mostra come ancora certe abitudini colonialiste e razziste siano ben radicate in alcune frange della popolazione. In molte parti d’America i neri sono visti ancora come esseri inferiori, dotati di poca intelligenza e adatti al massimo per fare gli schiavi e i rednecks (chiamati così per l’esposizione al sole che gli arrossa il collo) si organizzano in vere e proprie battute di caccia per pestare chi commette “infrazioni”, (tipo fare avanches a una donna bianca).

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Alla fine del viaggio, qualche dubbio su quello che abbiamo visto rimane. Le tematiche affrontate non lasciano un segno profondo e alcune situazioni sono palesemente ricostruite (la messa nera, il taglio delle dita, il pestaggio del negro), ma in fondo lo scopo del mondo-movie non è sicuramente quello di educare nessuno ma al contrario, di intrattenere mescolando realtà (romanzata) e finzione. Un divertimento per voyeurs e nulla di più.

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