LA DONNA VESPA

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TITOLO ORIGINALE: The Wasp Woman

USA, 1959

REGIA: Roger Corman

CAST: Susan Cabot, Anthony Eisley, Barboura Morris, William Roerick, Michael Mark, Frank Gerstle, Roy Gordon, Frank Wolff

Una donna lavora in un’azienda che si occupa della ricerca e del miglioramento di prodotti per la pelle. Dopo vari studi, viene scoperto un enzima ricavato dalle vespe in grado di contribuire al ringiovanimento dei tessuti e, una volta realizzato il prodigioso cosmetico, la donna lo prova su di sé per dimostrarne agli altri membri dell’azienda la validità e per acquisire stima all’interno del gruppo.

Le cose (ovviamente) vanno in una direzione inaspettata: se inizialmente le rughe nel suo viso spariscono ridonandole una lucentezza che sembrava perduta, di notte il suo volto si trasforma in quello di una vespa orribile (con tanto di antenne in testa). Quello che è peggio però, è che l’improvvisa mutazione cambia anche la sua personalità, facendola diventare una bestia aggressiva…

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Modesta pellicola di Roger Corman, diventata cult per la maschera da vespa indossata dalla protagonista. LA DONNA VESPA è poverissimo sotto qualsiasi aspetto, visto che a parte il mascherone della donna non sono presenti altri effetti speciali. Lo svolgimento è approssimato, la recitazione mediocre e svogliata ma, se si vuol provare a buttare l’operazione sul sociale, in The Wasp Woman si possono trovare spunti interessanti: la paura di invecchiare, l’uomo che sfida la natura (fallendo il risultato) e la tematica dell’universo femminile che si approccia al mondo del lavoro (era il 1959).

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La donna viene vista come un elemento di contorno e poco intelligentea all’interno di una situazione lavorativa: la protagonista prova infatti il cosmetico su sé stessa cercando di rendere evidenti le prove di quella che secondo lei potrebbe essere una “brillante intuizione”, una sorta di rivalsa per combattere il maschilismo nemmeno troppo nascosto dei colleghi, che la deridono e la trattano da “inferiore”. Il messaggio che ne viene fuori però (se su questo vogliamo concentrare l’attenzione) non è dei più salutari e è pessimista: la femmina deve stare al suo posto e dimenticarsi di “osare”, pena uno scotto da pagare molto alto.

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Critica sociale? Forse, ma la sceneggiatura è troppo debole per convincere e siamo più propensi a credere che le intenzioni di Roger Corman fossero più modeste: detto in soldoni, LA DONNA VESPA è un piccolo film d’intrattenimento e nulla più. Il regista farà (molto) meglio l’anno successivo, quando darà il via alle trasposizioni di Edgar Allan Poe, con produzioni più interessanti e visibilmente più ricche.

Nel cast anche un giovane Frank Wolff.