TULPA/ PERDIZIONI MORTALI

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ITALIA, 2013

REGIA: Federico Zampaglione

CAST: Claudia Gerini, Michela Cescon, Ivan Franek, Nuot Arquint, Pierpaolo Lovino, Michele Placido

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La storia è quella di una manager (la Gerini, che insieme ai colleghi di lavoro dice al telefono “comprare, vendere”, per dare l’idea di una che si intende di affari) che, quando esce dal lavoro, va a cercare sesso estremo in un locale gestito da una specie di santone dove si pratica il sadomaso. Cattive abitudini? No affatto, eppure a qualcuno le sue notti bollenti sembrano dare fastidio, perché alcune persone che hanno avuto rapporti con lei all’interno del club vengono sadicamente trucidate, ma chi è il responsabile dei massacri?

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Dobbiamo riconoscere che la fotografia è curata, purtroppo però questo è l’unico pregio di un film davvero brutto. Possiamo pure far finta di non accorgerci delle grandi ingenuità messe in scena da Federico Zampaglione, che dimostra di non avere la più pallida idea delle regole che governano i locali adibiti al bdsm, ma sono troppi i difetti che emergono in tutti gli altri ambiti. La recitazione è scarsa e la cosa a dirla tutta è anche un po’ strana: Claudia Gerini non sarà una grande attrice ma non è nemmeno l’ultima arrivata, eppure qua sembra totalmente a disagio davanti alla telecamera, impacciata anche quando deve pronunciare le battute più semplici. Non va meglio per Michele Placido, che apre bocca per dire frasi deliranti e ci mostra scatti di rabbia che suscitano ilarità.

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In TULPA c’è sangue e un po’ di sesso, assistiamo infatti alle imprese di un assassino dal cappellaccio nero che ha tutta l’aria di provenire dai gialli argentiani dei tempi passati e a qualche amplesso della Gerini legnoso e casto. C’è pure un omicidio tecnicamente ben costruito (la scena della giostra), ma l’entusiasmo passa in fretta e basta un attimo per ripiombare nel piattume.

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Sembra che la Gerini non abbia voglia di farsi vedere troppo. Per carità, nulla da ridire su questo, sappiamo benissimo che per creare tensione erotica non necessariamente si deve mostrare chissà cosa, ma senza stare a girarci troppo intorno non possiamo non notare che le scene “bollenti” sono pacchiane, impacciate, poco sensuali. Sembrano tutti svogliati, l’impressione che si ha vedendo TULPA è che regista e attori abbiano puntato a finire il prima possibile senza far caso ai dettagli, troppo spesso sembra che abbia funzionato la regola del “buona la prima”, tanto sono tirate via le situazioni rappresentate: pure il movente che scatena gli omicidi è una cosuccia di poco conto… TULPA è un film scialbo che non colpisce, non spaventa e non diverte e un po’ ci dispiace, perché Federico Zampaglione aveva dimostrato altrove potenzialità interessanti.

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