UN ANGELO PER SATANA

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ITALIA, 1966

REGIA: Camillo Mastrocinque

CAST: Barbara Steele, Anthony Steffen, Claudio Gora, Ursula Davis, Marina Berti, Mario Brega, Giovanna Lenzi, Vassili Karis

UN ANGELO PER SATANA è un horror gotico interamente giocato sul personaggio di Barbara Steele. La storia parte con l’arrivo di uno scultore in prossimità di un piccolo paese: l’uomo viene incaricato da un conte di restaurare una statua recuperata dal fondo del lago adiacente, incredibilmente somigliante a una ricca ereditiera di nome Harriet che deve prendere possesso delle terre circostanti.

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Gli abitanti del paese sono convinti che la statua abbia poteri nefasti e, dopo poco, la personalità di Harriet cambia repentinamente: da dolce ragazza si trasforma in una malvagia viziosa che compie ogni genere di nefandezza, spargendo morte e discordia fra le persone che le ruotano attorno. La statua parrebbe davvero portare sfortuna, ma la verità non viene fuori subito: tra cadaveri e sofferenze il coraggioso scultore arriva a capo della faccenda, mettendo a repentaglio la sua stessa vita.

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Non male questa pellicola di Camillo Mastrocinque, regista specializzato in commedie (numerosi film con Totò sono diretti da lui) che decide di dire la sua nell’ambito delle produzioni horror gotiche del periodo. Mastrocinque realizza nella seconda metà degli anni ’60 due esempi del genere: uno è questo, l’altro è La Cripta E L’Incubo e, pur non avendo la classe di Mario Bava o di Antonio Margheriti, il regista romano lascia comunque un’impronta importante nel genere.

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La storia è interessante e, anche se non presenta spunti particolarmente originali funziona per tutta la sua durata. Il merito va all’ambientazione lacustre e all’interpretazione di Barbara Steele, che da ragazza di sani principi si trasforma in una malvagia femme fatale che seduce sia uomini che donne e spinge all’omicidio e al suicidio chi ha la sfortuna di avvicinarsi a lei.

UN ANGELO PER SATANA presenta scene abbastanza audaci per l’epoca: ci sono seduzioni in odor di lesbismo, frustate che strizzano l’occhio alle pratiche sadomaso e istinti sessuali irrefrenabili. Non si vede molto, ma stiamo parlando di un film del 1966 e già solo parlare di certe cose faceva gridare allo scandalo.

Il cast è buono e è composto da diversi nomi importanti che faranno la fortuna del nostro cinema di genere: Vassili Karis interpreta un timido maestro e Mario Brega (caratterista presente in tantissime commedie all’italiana) è il prepotente del villaggio. Il colpo di scena finale poi funziona abbastanza e, per quanto improbabile, riesce a fare la sua bella figura.

In definitiva, UN ANGELO PER SATANA è un buon film che, anche se non fa mai paura e non riesce a garantire una tensione costante, si porta a casa una sufficienza piena. Nemmeno le atmosfere sono così lugubri come ci si aspetterebbe, ma la Steele ha davvero una bella parte e tanto basta. Da recuperare.

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