ITALIA, 1977
REGIA: Sergio Garrone
CAST: Paola Corazzi, Giorgio Cerioni, Rita Manna, Serafino Profumo, Attilio Dottesio, Patrizia Melega, Paola D’Egidio, Leda Simonetti
In un campo di concentramento i nazisti smistano le prigioniere: le più carine vengono usate come prostitute e sono destinate ad intrattenere i “valorosi soldati”, le altre diventano cavie da laboratorio per i dottori che portano avanti folli esperimenti. In un clima di degrado e sopraffazione, una ragazza pare più scaltra delle altre: è Alina, una bella mulatta partigiana che, giocando d’astuzia, cattura l’attenzione di un comandante riuscendo così a godere di qualche privilegio. La situazione diventa insostenibile quando alcune prigioniere tentano la fuga, perché una volta scoperte, la furia sadica dei nazisti psicopatici esplode definitivamente dando vita a massacri e torture, ma le truppe sovietiche sono in arrivo…
La struttura di questo nazi-erotico è di quelle classiche e gli elementi tipici del filone ci sono tutti. SS LAGER 5: L’INFERNO DELLE DONNE inizia con una trovata di dubbio gusto, mostrando cioè foto di repertorio riguardanti i campi di sterminio, ma dopo poco è facile accorgersi del livello basso in cui si naviga. Inutile dire che di educativo o istruttivo non c’è nulla e lo spettatore che si avvicina a un prodotto del genere lo fa unicamente in quanto amante dell’exploitation; per questo, i titoli di testa che mostrano orrori reali e non finti come in tutto il resto del film suonano come una forzatura. Che bisogno c’era?
La protagonista è la semi sconosciuta Rita Manna, che tutti ricordano per la scena più trash di tutta la pellicola: la ragazza si esibisce davanti a un ufficiale nazista ballando nuda e indossando una cintura con una banana attaccata. SS LAGER 5: L’INFERNO DELLE DONNE può contare su torture e nefandezze abbastanza cattive: tra unghie strappate, liquidi infiammabili testati sulle ragazze, tirapugni acuminati e vittime arse vive nei forni crematori c’è anche spazio per qualche scena erotica (piuttosto soft) e molte ingenuità, anche perché non manca la kapò lesbica, come in qualsiasi nazi-erotico che si rispetti.
Una piccola parentesi: usare gli orrori del nazismo per creare un prodotto commerciale d’intrattenimento non è di per sé un gesto nobile, c’è da dire però che è tutto talmente finto che risulta davvero difficile indignarsi. Nel cast, oltre alla già citata Manna e Patrizia Melega, vale la pena ricordare almeno Paola D’Egidio, Paola Corazzi e la non accreditata Leda Simonetti, mentre nel reparto maschile ci sono Attilio Dottesio che interpreta un dottore e i “nazisti” Serafino Profumo e Giorgio Cerioni. Brutta fotografia, recitazione al minimo sindacale, effetti speciali dozzinali (le ragazze che bruciano nei forni crematori si muovono a scatti mentre si contorcono fra le fiamme) e musiche dell’esperto Roberto Pregadio (La Corrida su Canale 5) fanno di SS LAGER 5: L’INFERNO DELLE DONNE un film trascurabile, anche se a onor del vero riesce a non essere troppo noioso, ma sarebbe superfluo spendere troppe parole per rimarcare che ci troviamo comunque di fronte a un prodotto di serie z. Per chi se la sente…