ITALIA, 1972
REGIA: Giuliano Carnimeo
CAST: Edwige Fenech, Paola Quattrini, George Hilton, Annabella Incontrera, Oreste Lionello, Maria Tedeschi, Carla Brait, Giampiero Albertini, Luciano Pigozzi
Edwige Fenech è una fotomodella che va a vivere in un appartamento insieme a una amica, dove tempo prima erano avvenuti eventi sanguinosi. Gli omicidi (sempre ai danni di belle ragazze) ricominciano in maniera sempre più efferata, mentre ambigui personaggi ruotano intorno alle procaci modelle. Dopo poco, viene alla luce il passato torbido della protagonista, coinvolta in orge sfrenate dal suo amante (George Hilton) che si rifà vivo per cercare un riscatto (situazione simile già vista in Lo Strano Vizio Della Signora Wardh), ma il responsabile dei delitti è un tipo insospettabile che si muove con disinvoltura in mezzo ai cadaveri, passando sempre inosservato…
Il piatto, per come viene presentato, sembrerebbe uno dei più ricchi: la Fenech al massimo del suo splendore insieme al suo compagno “da paura” George Hilton e, insieme a loro, Paola Quattrini, Annabella Incontrera, Alan Collins (Luciano Pigozzi) e Giampiero Albertini formano una parte del ricchissimo cast. Una parola in più va spesa per l’interpretazione di Maria Tedeschi (la vecchietta protagonista di tantissimi film) che interpreta la mamma di un ragazzo sfigurato.
Il film è in linea con i gialli di Sergio Martino, ma stavolta a dirigere è Giuliano Carnimeo, che dimostra di avere la mano un po’ più pesante del collega e la produzione, al solito, è di Luciano Martino. La sceneggiatura è del fantasioso e fluido Ernesto Gastaldi e le musiche sono affidate al compositore di fiducia Bruno Nicolai, ma anche altri nomi importanti sono legati a questa pellicola: Stelvio Massi è il direttore della fotografia e Michele Massimo Tarantini (che in futuro lavorerà molto con la Dania di Martino) qua fa l’aiuto regia.
Il film è pieno zeppo di sequenze che in futuro verranno riprese e reinventate (attenzione, non copiate come qualcuno ha detto): c’è un omicidio in ascensore che diventerà in seguito oggetto di discussione, visto che Brian De Palma, nel suo Vestito Per Uccidere proporrà una sequenza simile sotto il profilo dei tagli e delle inquadrature.
Ma De Palma non è il solo a essersi ispirato a Perché quelle Strane Gocce Di Sangue Sul Corpo Di Jennifer? perché anche Dario Argento potrebbe aver buttato un occhio su questa pellicola, poiché In Tenebre c’è un omicidio in una piazza di Roma (piena di gente ma senza che nessuno si accorga di nulla) che ha tutta l’aria di provenire da qua e, anche la storia di una mamma che nasconde in casa il figlio con la faccia sfigurata e mostruosa che abbiamo visto in Phenomena potrebbe arrivare da questo thriller, visto che la Fenech si trova al centro di una situazione analoga.
Giuliano Carnimeo è piuttosto rozzo nella realizzazione e gli elementi interessanti di cui dispone non vengono approfonditi a dovere, in ogni caso Edwige Fenech è di una bellezza sconvolgente e la storia risulta intrigante, con un finale che impedisce completamente l’identificazione del colpevole (qualcuno ne ha parlato male, a me invece non è dispiaciuto).
Perché quelle Strane Gocce Di Sangue Sul Corpo Di Jennifer? è un film da vedere per capire l’origine di tante situazioni da brivido che, in seguito, verranno rispolverate, modificate e amplificate.