QUANDO ALICE RUPPE LO SPECCHIO

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TITOLO ALTERNATIVO: Touch Of Death

ITALIA, 1988

REGIA: Lucio Fulci

CAST: Brett Halsey, Ria De Simone, Al Cliver, Sacha Darwin, Zora Kerowa, Marco Di Stefano

Come sedurre le donne per spogliarle (in tutti i sensi) dei loro averi…

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Tratto da un racconto dello stesso regista, QUANDO ALICE RUPPE LO SPECCHIO è uno dei tasselli che compongono la serie “Lucio Fulci Presenta”, otto film pensati inizialmente per la televisione (ma non furono mai venduti a nessun canale specifico e uscirono direttamente in vhs, anche se in tv i passaggi sono stati successivamente piuttosto frequenti) e diretti da vari registi, tra cui lo stesso Fulci. Per molti è uno dei peggiori lavori del regista romano, ma è probabilmente il titolo migliore di questa mediocre (a voler esser buoni) serie.

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Lester Parson (Brett Halsey) è un uomo che vive da solo nella sua villa di campagna. Pieno di debiti, non riesce a rinunciare al lusso che in realtà non può permettersi, così cerca di procurarsi grosse quantità di denaro adescando giovani vedove ricche tramite annunci trovati nei giornali, per poi massacrarle e intascare i loro averi. Parson però ha il vizio del gioco e, puntualmente, perde tutti i suoi soldi giocando d’azzardo con loschi personaggi. Le poverette che finiscono fra le sue mani fanno davvero una brutta fine: date in pasto ai maiali, prese a sprangate e cotte al forno, oppure ricoperte di cemento…

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In tutto questo c’è una presenza misteriosa che perseguita Lester uccidendo altre donne e facendo ricadere la colpa su di lui, ma sarà l’incontro con una vedova più sveglia del previsto (Zora Kerowa) a segnare definitivamente la sua vita.

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Se Fulci avesse avuto a disposizione più soldi, probabilmente sarebbe venuto fuori un film davvero interessante,
Invece QUANDO ALICE RUPPE LO SPECCHIO è un lavoro appena passabile, da salvare soltanto per gli omicidi truculenti e per un’insistita rappresentazione in negativo della donna, vista qua come avida, petulante e subdola. La povertà di mezzi si nota parecchio ma c’è da dire che il progetto a suo modo colpisce per i toni grotteschi e per gli effetti speciali ultra splatter di Pino Ferranti e, comunque, il cast non è poi così male: Zora Kerowa non si sforza molto di recitare ma ha una parte interessante, Brett Halsey è azzeccato e va segnalato anche Marco Di Stefano, che interpreta un barbone destinato a fare una brutta fine. Niente male anche la veterana Ria De Simone, volto noto agli amanti del bis all’italiana che veste i panni di una cantante lirica dalla voce volutamente fastidiosa.

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