HOUSE OF FLESH MANNEQUINS

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ITALIA, 2009

REGIA: Domiziano Cristopharo

CAST: Domiziano Arcangeli, Irena A. Hoffman, Giovanni Lombardo Radice, Jerred Berg, Roberta Gemma

Sebastian vive nel suo appartamento asettico in solitudine; la sua telecamera (che non lo abbandona mai) è complice di tante atrocità e racchiude immagini di morte e sofferenza. Suo padre, da giovane lavorava nell’Esercito, dove era responsabile di un terribile esperimento: impedendo a Sebastian di dormire (in una delle scene più scioccanti del film vediamo il protagonista bambino torturato con colpi di luce al viso ) era sua intenzione dimostrare come l’assenza di sonno influisse sulla crescita e generasse gravi problemi psichici.

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Cresciuto in un clima di angoscia, con la telecamera del padre che ne documentava lo sviluppo malato, Sebastian divenuto adulto (e senza una effettiva vita sessuale) si eccita solo guardando immagini di persone torturate e si rende complice e collaboratore di un’organizzazione criminale, che usa i bambini per realizzare foto destinate a viscidi pedofili.

La conoscenza con una ragazza, apparentemente “pura” di spirito, rappresenta per lui qualcosa di nuovo, ma a sue spese si rende conto che nulla è come sembra. In un clima di angoscia, Sebastian esplora “La Casa Dei Manichini Di Carne”, sorta di luogo immaginifico dove è possibile spiare persone che, attraverso il sesso, mostrano il lato oscuro dell’essere umano. Tra coiti deliranti, masturbazioni bestiali e mutilazioni, Sebastian entra in una spirale di sesso e orrore che finisce in maniera inaspettata…

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Una bella sorpresa questo film, per chi credeva che gli italiani non fossero più in grado di realizzare prodotti interessanti. HOUSE OF FLESH MANNEQUINS è girato come se tutto e tutti fossero all’interno di un “Teatro Degli Orrori” surreale e scioccante. Tenendo presente Peeping Tom di Michael Powell e raccontando una storia per certi versi identica (ma solo fino a un certo punto), Domiziano Cristopharo realizza un film che gode però di peculiarità del tutto personali. I protagonisti sono validi, a partire dal bravo Domiziano Arcangeli (già volto noto agli amanti dell’underground), convincente nel ruolo del disturbato mentale. Bravi anche Giovanni Lombardo Radice e Irena A. Hoffman, pedine essenziali che aggiungono morbosità in un meccanismo che funziona bene.

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Cristopharo si dimostra un regista interessante e innovativo, la scelta delle musiche e della messa in scena non è mai banale e rimane impressa e il sesso è esplicito (le sequenze a luci rosse sono realizzate dalla pornostar Roberta Gemma). Il corpo, negli atti sessuali, è ritratto con angoscia e ci sono anche dei “Real Freaks“, persone davvero mutilate che si prestano all’operazione (quindi senza effetti speciali, n.d.r.).

In definitiva, HOUSE OF FLESH MANNEQUINS è un film da prendere in considerazione, che piacerà a tutti coloro che cercano qualcosa di alternativo e sperimentale  ma che potrebbe deludere gli amanti del cinema più commerciale.

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