TITOLO ORIGINALE: An American Werewolf In London
USA, 1981
REGIA: John Landis
CAST: David Naughton, Jenny Agutter, Griffin Dunne, John Woodvine, Lila Kaye, Joe Belcher, Brian Glover
Due ragazzi americani (David Naughton e Griffin Dunne) vanno in vacanza nelle campagne inglesi e, dopo aver sostato in un pub, si accorgono di essere guardati con diffidenza dagli avventori e di conseguenza,cacciati fuori. Nella brughiera, vengono attaccati da un enorme lupo mannaro: uno muore, l’altro viene ricoverato in una clinica londinese.
Il sopravvissuto riceve delle visite dal fantasma dell’amico, che lo informa della nuova situazione: deve stare attento alla luna piena perché, a breve, a causa delle ferite riportate si trasformerà anche lui in un lupo mannaro sanguinario. Dopo aver intrecciato una relazione con un’infermiera, la luna piena arriva puntuale, ma puntuali arrivano anche le vittime della sua furia bestiale…
UN LUPO MANNARO AMERICANO A LONDRA è un ottimo, divertentissimo horror che viaggia sul filo dell’ironia, la struttura è quella di una commedia nerissima, dove si alternano situazioni divertenti a scene raccapriccianti. Gli incubi del protagonista sono davvero spaventosi e funzionano come presagio per ciò che avverrà in seguito, ma anche le apparizioni dell’amico zombi che marcisce sempre di più regalano un bel po’ di brividi.
Ci sono vere e proprie scene da antologia, prima fra tutte quella in cui il licantropo si infila in un cinema porno e, tra le immagini della pellicola che scorre sullo schermo (un piccolo film nel film dove una ragazza molto ingenua fa sesso con tutti gli attori) ascolta i consigli di alcuni fantasmi che gli indicano il modo migliore per trovare una morte sicura, tra battute e cinismo.
Ma la parte migliore, quella che ha reso celebre An American Werewolf In Paris, vede Naughton che si ritrova nudo allo zoo in mezzo agli animali. Oltre a mostrare il suo corpo e i suoi glutei, Landis realizza una delle scene più divertenti del cinema di quegli anni usando ottimi effetti speciali, con braccia che diventano zampe dagli artigli acuminati e peli che spuntano su tutto il corpo: tutto questo servì per far conquistare al film l’Oscar per il miglior trucco.
Davvero imperdibile, una vera e propria pellicola di culto degli ’80.