TITOLO ORIGINALE: Crescendo
G.B. 1970
REGIA: Alan Gibson
CAST: Stefanie Powers, Margaretta Scott, James Olson, Jane Lapotaire, Joss Ackland
Dopo aver portato sullo schermo vampiri, mummie, licantropi, mad doctors e maledizioni di tutti i tipi, anche per la gloriosa Hammer arrivò l’inevitabile declino. Gli anni ’70 aprivano le porte a nuovi orrori e a storie più moderne e i mostri classici per forza di cose stavano passando di moda, così anche la pluripremiata (perlomeno dal pubblico) casa di produzione inglese se non voleva chiudere doveva inventarsi qualcosa di nuovo. A conti fatti questo gran restauro non c’è mai stato e il massimo che la Hammer riuscì a fare per rinnovarsi fu prendere ispirazione da altre pellicole che in quegli anni stavano funzionando e rielaborarle per “svecchiare” un po’ la sua immagine.
Il titolo in questione promette bene, ma la storia è di quelle già raccontate decine di volte: la giovane Susan viene ospitata in casa di uno stimato pianista e un po’ per volta si accorge che i componenti della famiglia non sono quello che sembravano all’inizio. Dietro una parvenza di gentilezza si nascondono rancori, rabbia, violenza, dipendenza da droga e frustrazione: i segnali che qualcosa non stia andando per il verso giusto Susan ce l’ha fin da subito e la madre del pianista è fin troppo insistente con lei, specialmente quando vorrebbe andarsene ma, con ostinazione, viene convinta a rimanere…
Crescendo… Con Terrore (ottimo titolo) sulla carta si presenta come un bel progetto ma non mantiene quello che promette, anche se i nomi importanti (e che hanno fatto la fortuna della Hammer) legati a questa pellicola sono tanti: la sceneggiatura del veterano Jimmy Sangster è lineare ma piatta e la regia di Alan Gibson mediocre e monocorde. A produrre è Michael Carreras (Il Maniaco, Il Mistero Della Mummia) e gli attori non sono affatto male: Stefanie Powers è credibile come bambola ingenua finita in mezzo a una famiglia di dissociati e pure il resto del cast è sempre convincente, inoltre il tasso di erotismo presente nel film (praticamente assente negli storici film della casa inglese, seppur con qualche eccezione) è abbastanza marcato e, anche se non si vede nulla di esplicito si nota la voglia di stuzzicare lo spettatore con situazioni “calde”.
Non certo un titolo memorabile quindi, ma le scenografie coloratissime, la fotografia nitida e i dialoghi convincenti rendono il progetto tutto sommato gradevole che, senza sussulti e privo di elementi realmente terrorizzanti, si lascia comunque guardare.