MONDO CANE

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ITALIA, 1962

REGIA: Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi, Paolo Cavara

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MONDO CANE è un documentario che ha dato il via a tantissime pellicole, la cui prerogativa è mescolare materiale vario raccolto in giro per il mondo a scene abilmente ricostruite. La telecamera si muove in varie parti del globo per riprendere usi e costumi locali, mentre una voce narrante (a metà fra ironia e cinismo) racconta le immagini che scorrono sullo schermo.

I fatti rappresentati suscitano diversi tipi di emozioni (raccapriccio, risate, compassione, stupore) che, mescolate insieme, formano un progetto che all’epoca colpì nel segno: dalla celebrazione del mito di Rodolfo Valentino in Puglia, si passa alla caccia al maschio di alcune donne in un’isola turistica, dall’eccessiva cura per i cagnolini delle signore borghesi arriviamo a osservare gli strani riti tribali celebrati in posti esotici.

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La precedenza viene data al disgusto e, con orgoglio, non vengono lesinate interiora di animali, quadrupedi scuoiati per la cucina cinese, un ristorante dove si mangiano insetti e così via. In MONDO CANE alcune scene più “leggere” (come ad esempio una strada piena di ubriachi) passano in fretta senza colpire troppo, ma l’intenzione è quella di realizzare un prodotto per scioccare lo spettatore. Gli animali sono quelli che se la passano peggio nel documentario di Jacopetti e Prosperi: tartarughe che muoiono in spiaggia, ricci infilati a forza nella bocca degli squali per assicurar loro una lunga e lenta agonia, anatre ingozzate e portate all’ingrasso per ricavarne dell’ottimo foie gras e cene a base di cani in ristoranti particolari.

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MONDO CANE fece molto discutere e, come spesso succede in seguito alle polemiche, venne fuori un grande successo di pubblico, inoltre la canzone More che fa da colonna sonora fu scritta da Riz Ortolani e rimase in testa alle classifiche per molto tempo. Rivisto oggi ha perso tantissimo della sua originaria carica trasgressiva, ma è un film fondamentale per capire le evoluzioni future di una certa subcultura che va ben oltre il cinema. Potremmo definirlo l’archetipo di siti Internet tipo www.rotten.com, realizzati unicamente per colpire allo stomaco i visitatori.

Una curiosità: In una scena vediamo l’attore  Rossano Brazzi, all’epoca ritenuto un sex symbol: vengono mostrate orde di donne impazzite per lui.

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