Last House On The Left
USA: 1972
REGIA: Wes Craven
CAST: Sandra Cassel, Lucy Grantham, David Hess, Fred J. lincoln, Jeramie Rain, Marc Sheffler, Richard Towers
Uno dei prototipi del “rape & revenge”. Sadismo e metafore sociali si fondono in una storia feroce per un film che ha fatto storia.
Una ragazza diciassettenne decide di andare a un concerto con un’amica, ma la famiglia borghesotta si preoccupa: in giro è pieno di gentaccia. La figlia, candida come un giglio, rassicura i genitori: perché mai dovrebbe accader loro qualcosa di brutto? Ecco invece che l’improbabile diviene realtà, perché un gruppetto di sadici stupratori assassini si diverte con le due ragazze: violentate, umiliate (una viene costretta addirittura a farsi la pipì addosso), braccate e trattate come carne da macello senza tanti complimenti: una delle due viene letteralmente sbudellata. Gli aguzzini si vergognano di quello che hanno fatto (abbassano tutti la testa ) ma, ripresa consapevolezza, sparano una revolverata letale alla ragazza rimasta viva.
Per motivi ignoti, il gruppo sanguinario finisce in casa dei genitori di una delle vittime, persone miti e gentili, ma la madre si rende conto di ciò che è successo alla figlia ascoltando le parole di uno degli aguzzini (un eroinomane più vittima che assassino) e si trasforma in carnefice: fingendo di essere una femmina appetibile, adesca uno degli assassini e gli strappa il pene in una scena un po’ inverosimile. Nel frattempo, il padre della vittima trasforma la casa in una trappola per topi, mettendo l’alta tensione alla porta per impedire l’uscita agli assassini di sua figlia e armandosi di motosega per fronteggiare il “ragazzaccio” capogruppo stupratore e seviziatore…
L’ULTIMA CASA A SINISTRA è sicuramente il film più istintivo di Craven, con scene di stupro e sevizie davvero disturbanti. La trama è praticamente identica al capolavoro di Bergman La Fontana della Vergine, solo che Craven mostra l’impensabile, rendendo graficamente tutto quello che nell’altra pellicola era solo suggerito. Per aggirare la censura il regista inserisce nella storia siparietti comici, mostrando alcuni poliziotti impegnati nella ricerca delle vittime che però, va detto, risultano abbastanza fuori luogo.
Siamo d’accordo sul fatto che L’ULTIMA CASA A SINISTRA abbia dato il via a tante imitazioni (molte delle quali mature e riuscite), ma l’insieme è troppo tirato via per riuscire a convincere fino in fondo. Tante, troppe le situazioni altamente improbabili che il film di Craven mette nel piatto: la madre si trasforma all’improvviso da bigotta a dark lady, capace di evirare senza remore uno dei responsabili della mattanza e il padre impugna (senza motivo, bastava un coltellaccio) una motosega per lasciare di stucco un pubblico che di sicuro non può fare che fatica a credere a ciò che vede.
Le torture sono cattivissime e le scene disgustose picchiano duro, ma non possiamo fare a meno di notare che tutto il resto non convince più di tanto, nemmeno la caratterizzazione dei personaggi: alcuni sono ben studiati e strutturati (il giovane ragazzo eroinomane che si fa scrupoli a contribuire allo scempio), altri sono però troppo ingenui (i poliziotti e i genitori) per coinvolgere fino in fondo. Abbiamo capito che Craven volesse fare una disàmina sulla società americana (la famiglia borghese), ma rivisto oggi, L’ULTIMA CASA A SINISTRA regge male il passare del tempo. Il capo stupratore David Hess avrà un bel po’ di grane a causa di questo film e verrà successivamente rifiutato dal sistema cinematografico, ma ci penseranno i nostri Pasquale Festa Campanile e Ruggero Deodato a riutilizzarlo per ruoli simili a questo.