PATRICK VIVE ANCORA

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ITALIA, 1980

REGIA: Mario Landi

CAST: Sacha Pitoëff, Gianni Dei, Mariangela Giordano, Carmen Russo, Franco Silva, Paolo Giusti, Andrea Belfiore

Come fare per raggranellare qualche soldo? In un periodo storico in cui la fantasia volava alto e la voglia di osare era al massimo, il produttore Gabriele Crisanti dimostrava di avere le idee piuttosto chiare in merito, soprattutto se si confronta questo film con altre sue produzioni simili (Malabimba e Giallo A Venezia, giusto per citarne un paio). Quanto poi abbia effettivamente incassato PATRICK VIVE ANCORA non lo sappiamo, ma diciamo che a conti fatti non ha molta importanza. Dunque, quali sono gli ingredienti per attirare il pubblico in questa pellicola di Mario Landi (regista capace di dirigere sia film per famiglie, televisivi e non, che deliri cinematografici come questo)? Eccoli.

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1) L’IMITAZIONE

Si prende un film di successo e si fa una specie di copia all’italiana, spacciando il lavoro come pseudo seguito. Il film “saccheggiato” in questo caso è PATRICK, un modesto thriller australiano che aveva avuto un certo successo un paio di anni prima. Quindi, viene reclutato un pugno di attori italiani e invece che in Australia si gira a Villa Parisi di Frascati (la stessa dimora de Le Notti Del Terrore di Andrea Bianchi, altro titolo prodotto da Crisanti). Tanto, chi volete che noti la differenza?

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2) IL SESSO 

Joe D’amato che di cinema se ne intendeva, diceva che il sesso è l’effetto speciale meno costoso e più efficace in assoluto. Ecco. Considerando che stiamo parlando di una produzione scalcinatissima girata a pane e formaggio, quale migliore occasione per intrattenere il pubblico con nudità, tette, genitali e scene titillanti? PATRICK VIVE ANCORA è, dall’inizio alla fine, una parata di corpi nudi, dove ogni occasione è buona per buttare davanti alla telecamera pezzi di epidermide. Il sedere di Carmen Russo ha fatto storia: dorme nuda offrendo generosamente il fondoschiena a tutti coloro che hanno la fortuna di transitare nella sua stanza. Sarà forse un modo di elaborare un lutto, visto che suo marito in questa folle pellicola il giorno prima era stato trovato carbonizzato in piscina… Comunque, tutto il resto del cast gira sempre per casa senza vestiti: la segretaria (Andrea Belfiore, qua al suo debutto nel cinema) è vittima di una serie di raptus erotici e Mariangela Giordano proprio non ci riesce a tenersi qualche abito addosso. Prima o poi se lo deve togliere, è più forte di lei…

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3) IL SANGUE

Non dimentichiamoci che PATRICK VIVE ANCORA è un horror: narra di un ragazzo (Gianni Dei) che, dopo aver preso una bottigliata in faccia lungo una strada entra in coma e attraverso le onde cerebrali (e spinto a far ciò dal padre) uccide un gruppetto di persone dal “passato oscuro” ospiti nella stessa clinica-resort dove è ricoverato lui. Gli omicidi, va detto, sono piuttosto fantasiosi: c’è chi muore decapitato dal finestrino di una macchina, chi rimane appeso come un quarto di bue in un gancio da macellaio e, scena epica, c’è pure una donna che viene impalata da un attizzatoio per il camino. L’attrezzo le entra nella vagina (in primo piano) e le esce dalla bocca. Il pubblico andava pur scioccato in qualche modo, no?

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4) LA VOLGARITÀ

Dopo tutto questo, mica vi aspetterete dialoghi da educande vero? Il maschilismo si affetta col coltello e le offese sono alla base della comunicazione fra gli attori. Tra discorsi di alto livello del calibro di “con la droga sei diventato frocio” e colpi di mignotta, tutta la vicenda si dipana nel più totale squallore. PATRICK VIVE ANCORA è davvero un film miserrimo, in cui il protagonista Gianni Dei se ne sta sul letto in stato comatoso senza parlare mai, mentre gli altri attori muoiono fra parolacce e atrocità. Se avete voglia di farvi due risate il mio consiglio è quello di guardarlo, magari in compagnia perché c’è davvero di che sghignazzare. Se al contrario cercate un film che sia minimamente “serio” avrete già capito da soli che qua non è aria…

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