LE IMPIEGATE STRADALI (BATTON STORY)

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ITALIA, 1976

REGIA: Mario Landi

CAST: Femi Benussi, Marisa Merlini, Daniela Giordano, Gianni Dei, Toni Ucci, Mariangela Giordano, Giorgio Caldarelli

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Una professoressa viene coinvolta in una retata e scambiata per una prostituta, fa amicizia con donne di strada e decide di fondare insieme a loro un sindacato, per combattere la piaga dello sfruttamento. I papponi delle rispettive signore non ci stanno e decidono di reagire, ma tutto questo darà l’occasione alla generosa insegnante per far valere le sue idee…

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Il cast non è niente male e i nomi coinvolti nell’operazione sono tanti, ma Le Impiegate Stradali è di fatto indigeribile:lo storico produttore Gabriele Crisanti mette i soldi e Mario Landi dirige (Patrick Vive Ancora, Giallo A Venezia) una bellissima ma svogliata Femi Benussi che fa finta di recitare, insieme a una estrosa Marisa Merlini (nel ruolo di una prostituta “con esperienza”) che ne approfitta per sfoggiare un vasto repertorio di battutacce in romanesco. I nomi non finiscono qua, perché insieme a loro ci sono Gianni Dei (interprete anche di altre pellicole di Mario Landi), Toni Ucci nel ruolo di un pappone, Mariangela Giordano (che si sforza di far ridere senza riuscirci) e Giorgio “Gero Caldarelli (che sarebbe l’uomo all’interno del costume del Gabibbo di Striscia La Notizia).

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Non ci sarebbero motivi reali per inserire un pallido filmetto come questo nel nostro sito, ma il progetto in sé poteva essere esplosivo, poiché si tratta di un ibrido a metà strada tra commedia e film inchiesta sul mondo della prostituzione scritto da Piero Regnoli e diretto da Mario Landi, due eccentriche personalità che gli amanti del trash conoscono bene. Il risultato è desolante, perché come commedia vale poco e non diverte mai e la tematica trattata è risolta con una fila di brutti sketches datati e fuori luogo, messi lì per riempire una storiella stanca che già dopo i primi venti minuti non interessa più a nessuno.

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L’unica nota weird di Batton Story è il ruolo di Marisa Merlini vestita come un’attempata mignotta da marciapiede che non risparmia freddure a clienti e agenti di Polizia, tutto il resto (Gianni Dei spaesato, i papponi imbranati, i nudi casti e le dissertazioni sul lavoro più vecchio del mondo) cade nell’oblio dopo i titoli di coda. Labile.

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