TITOLO ALTERNATIVO: Quattro Volte… Quella Notte
ITALIA/ GERMANIA/ USA, 1971
REGIA: Mario Bava
CAST: Brett Halsey, Daniela Giordano, Michael Hinz, Pascale Petit, Brigitte Skay, Calisto Calisti, Dick Randall
In una notte movimentata un ragazzo e una ragazza si conoscono, parte così una storia narrata in quattro modi differenti. La prima versione è quella di Tina (Daniela Giordano), che racconta alla madre di aver subito violenza da Gianni (Brett Halsey). Nel secondo racconto è Gianni a dire la sua, confessando ai suoi amici di essere stato letteralmente sedotto da Tina, che secondo lui sarebbe un’autentica mangiatrice di uomini.
Oltre ai diretti interessati, mettono bocca sui fatti di quella turbolenta notte anche il portiere (Dick Randall) e uno psicanalista: il primo dice di aver visto i due passare la serata con un gay e una lesbica, il secondo spiega agli spettatori che la visione della vita è strettamente personale e che la verità non può mai essere univoca.
Non sapremo mai cos’è realmente successo quella notte.
Mario Bava (con suo figlio Lamberto come aiuto regia) dirige una commedia simpatica ma un po’ noiosa, che si fa apprezzare per i nudi delle attrici e per le scenografie pop tipiche del regista. Il problema è che c’è davvero poca sostanza e anche se in fondo gli attori sono simpatici (sempre se si riesce a passar sopra all’estrema leggerezza dei dialoghi) il gioco dopo un po’ stanca e la stessa storia raccontata più volte (con particolari differenti) ha il fiato corto.
A produrre è lo storico Dick Randall (qua anche attore, nella parte del portiere sessuomane e “spione”) e la sua presenza è funzionale per dare un tocco bizzarro alla storia, però l’impressione dopo aver visto Quante Volte… Quella Notte è che in fondo tutto quello che fanno e dicono i personaggi non sia poi così interessante. Il tentativo di includere anche l’omosessualità (soprattutto femminile, che costrinse Bava a dover scendere a patti con la censura) nella storia appare un po’ pretestuoso, ha tutta l’aria di un modo come un altro per solleticare il pubblico senza troppo sforzo.
Se si ama il regista di Operazione Paura e Reazione A Catena la visione di questa sua opera “minore” non è tempo perso, perché comunque il suo stile si riconosce, seppur in un contesto sconclusionato e poco coinvolgente, in ogni caso rimane molto difficile riuscire a considerare Quante Volte… Quella Notte un film riuscito e l’amore che gli amanti del cinema di genere provano per Mario Bava stavolta non basta.
Per completisti.