LA TERZA FOSSA

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TITOLO ORIGINALE: What Ever Happened To Aunt Alice?

USA, 1969

REGIA: Lee H. Katzin

CAST: Geraldine Page, Ruth Gordon, Rosemary Forsyth, Robert Fuller, Mildred Dunnock, Peter Bonerz

Prendendo spunto da un romanzo di Ursula Curtiss intitolato I Fantasmi Della Signora Marrable, Robert Aldrich (già regista di Che Fine Ha fatto Baby Jane? e Piano Piano Dolce Carlotta) produce questo LA TERZA FOSSA, puntando ancora una volta su una storia basata sul confronto tra due donne. Qua c’è una signora abituata al lusso (Geraldine Page) che, in seguito alla morte del marito, scopre che la ricca eredità che si aspettava altro non è che un polveroso album di francobolli. Incapace di rinunciare al suo altissimo tenore di vita, la donna assume alcune anziane governanti (senza figli e senza famiglia) e poi le uccide per impossessarsi dei loro averi. Per due volte il giochino funziona, ma la terza vecchietta (intenzionata a indagare sulla sparizione di una delle due) che arriva in casa sua le dà del filo da torcere…

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Ok, sgombriamo subito il campo: Geraldine Page di certo non ha lo stesso carisma di Bette Davis (ma questo ce lo aspettavamo, inutile negarlo) e i suoi duetti al vetriolo con Ruth Gordon non reggono il confronto con le cattiverie già viste nei precedenti e sopracitati film di Aldrich regista. D’altra parte, l’accoppiata Davis/Crawford se paragonata con il duo Page/Gordon vince a mani basse, detto questo però ,LA TERZA FOSSA ha sicuramente più pregi che difetti e, anche se la struttura non è così solida, a conti fatti non delude.

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La Page, come dicevamo, non sarà forse questo gran mostro di bravura rispetto a chi l’aveva preceduta in ruoli di questo tipo, ma è innegabile che possieda una certa classe e un’espressività piuttosto azzeccata per il suo personaggio: riesce a essere realmente antipatica e sgradevole come poche e guardandola sembra proprio che si stia divertendo un mondo a recitare la parte della donna avida e cattiva. Niente male quindi, un applauso se lo merita e brava pure la Gordon che veste i panni di una mite vecchietta, ma con l’aria di una che la sa lunga. Sono loro due a reggere l’intera vicenda, sugli altri personaggi possiamo pure sorvolare perché non ci sono ruoli particolarmente rilevanti.

Quello che funziona poco in LA TERZA FOSSA è però il finale perché, dopo aver seguito una vicenda basata sulle gesta di un’assassina che fa di tutto per nascondere la sua vera natura, sarebbe servita una risoluzione feroce e inaspettata; c’è sì un piccolo colpo di scena nell’epilogo, ma sembra quasi che il regista abbia puntato tutto sul confronto fra le due attrici senza dare alla vicenda una degna conclusione. Detto in soldoni, il film è interessante, ma se Katzin avesse fatto qualcosa di più per “chiudere in bellezza” il livello sarebbe stato sicuramente più alto. E’ un peccato, ma in ogni caso la visione è consigliata.

Curiosità: parlando de LA TERZA FOSSA la critica raramente ha trovato mezze misure: per qualcuno è un buon film, per altri una mezza stupidaggine, altri ancora hanno scritto che è “rozzo”.

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