BLOOD FEAST

alt="blood feast"

USA, 1963

REGIA: Herschell Gordon Lewis

CAST: William Kerwin, Mal Arnold, Connie Mason, Lyn Bolton, Christy Foushee, Astrid Olson

La cosa più divertente di BLOOD FEAST non è tanto il film in sé (poca roba, dopo ci arriviamo), ma quello che ha rappresentato alla sua uscita e ciò che ci fa venire in mente. Ok, io non ero ancora nato, ma il film di Herschell Gordon Lewis è la pellicola che ha dato il via al cinema che usa la rappresentazione del sangue e del disgusto, perché prima di allora (sebbene il liquido rosso fosse già stato messo in pellicola altre volte, senza esagerare troppo) non esisteva il genere splatter (anzi, è più corretto dire gore), provate quindi a immaginarvi le facce dei ragazzi che, magari con la fidanzata, sono andati a vedere questo film.

alt="blood feast"

Leggendo in giro, c’è chi parla di ambulanze, persone svenute o uscite in fretta dalla macchina (i bei tempi dei drive in…) per andare a vomitare. Noi non sappiamo quanto sia vero tutto ciò, le leggende metropolitane sono sempre dietro l’angolo e comunque, anche con un fondo di verità, l’esagerazione per ciò che non è verificabile è una pratica abbastanza comune, quindi meglio andarci cauti… “Amore, stasera andiamo al cine, ti va”? “Certo tesoro, mi piacerebbe una bella storia d’amore, tu che proponi?” “Mah, c’è questo BLOOD FEAST, mi sa che è un film di paura, ma non preoccuparti, ci sono io con te!”

alt="blood feast"

La trama è semplice semplice: un pazzo organizzatore di catering (!) devoto alla dea egiziana Ishtar uccide giovani ragazze e le maciulla ben bene, portando via qualche organo che dovrebbe servire per riportare in vita la divinità (una statua trovata da qualche rigattiere). Una sprovveduta signora si reca da lui per commissionargli una festa in onore della figlia, ignorando ovviamente la sua attività criminale…

alt="blood feast"

Dicevamo, il film non è granché: la sceneggiatura sembra scritta su un fazzoletto, gli attori sono imbarazzanti e i dialoghi sono messi lì tanto per far dire qualcosa ai personaggi. Tutto è all’insegna del basso costo, il sangue però non è male e considerando che stiamo parlando di un film del 1963 credo di non esagerare dicendo che nonostante BLOOD FEAST sia di fondo una gran pacchianata qualcuno potrebbe ancora impressionarsi.

alt="blood feast"

Nell’operazione è coinvolta Connie Mason, playmate di Playboy che ebbe un certo clamore nel numero di Giugno della rivista, nello stesso anno dell’uscita del film (1963). Per mostrare nudi audaci era ancora troppo presto, ma la sua presenza non è una casualità se si considerano gli elementi basilari del cinema exploitation. BLOOD FEAST merita un’occhiata, non per la qualità dello spettacolo ma unicamente per il suo valore storico…

alt="blood feast"