CREATURE DAGLI ABISSI

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TITOLO ORIGINALE: Plankton

ITALIA, 1994 (VIDEO)

REGIA: Alvaro Passeri

CAST: Clay Rogers, Michael Bon, Laura di Palma, Sharon Twomey, Ann Wolf

Dopo una panoramica da cartolina su Miami in notturna (appiccicata all’inizio del film), seguiamo gli spostamenti di un gruppo di ragazzi e ragazze sulla riva di una spiaggia (di giorno). Con un gommone, il gruppetto si avventura al largo per passare qualche ora di divertimento ma, a causa di un guasto rimangono fermi in mezzo all’oceano fino al sopraggiungere della notte.

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Nell’oscurità, notano un grandissimo yacht illuminato poco distante da loro, così senza troppa possibilità di scelta gli vanno incontro per chiedere ospitalità ai proprietari. Una volta entrati, a sorpresa si accorgono che l’imbarcazione oltre a essere (forse) disabitata, è piena di strani pesci conservati in barattoli e vasi di vetro. Al piano inferiore, lo yacht è fornito di comfort, c’è del vino e una gran quantità di polvere bianca conservata in sacchetti che un ragazzo inala scambiandola per droga, ma la sostanza è in realtà plankton contaminato da scorie radioattive e i pesci presenti nella struttura sono esemplari mutati geneticamente. Per i ragazzi cominceranno i guai, tra orrende mutazioni, sangue e mostruosità.

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Alvaro Passeri, esperto di effetti speciali che spesso aveva dato il suo contributo al nostro cinema (ha collaborato anche con Ruggero Deodato), cerca forse con questo progetto di dare sfogo alla sua passione. Sono molti i trucchi usati per disgustare lo spettatore e, anche se non tutto è completamente riuscito (recitazione e dialoghi scadenti conditi con un po’ di tette) il risultato finale è accettabile.

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C’è un po’ di tutto in CREATURE DAGLI ABISSI: una ragazza che vomita una poltiglia gialla ricca di insetti e pesci vivi, un tentacolo che esce dal lavandino, un uomo pesce che ingravida una ragazza e un’altra che perde del materiale bluastro dalla vagina, un uomo metà pesce e metà piovra e altro ancora.

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Gli effetti mostruosi sono artigianali e a volte fanno un po’ ridere, le mutazioni dei ragazzi sono realizzate in stop motion, raggiungendo un risultato non sempre all’altezza ma comunque divertente; c’è anche un massiccio uso della soggettiva per mostrare i velocissimi spostamenti dei pesci mutanti all’interno dello yacht.

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PLANKTON è uno dei tanti film che, pur mediocre nella struttura, riesce a divertire, merito anche di un ritmo scaltro che tiene sempre alta l’attenzione. A parere di chi scrive merita una visione.

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