ITALIA/ SPAGNA, 1985
REGIA: Giuseppe Patroni Griffi
CAST: Laura Antonelli, Tony Musante, Florinda Bolkan, Blanca Marsillach, Cristina Marsillach, Laura Troschel
Per “erotismo d’autore” negli anni ’80 s’intendeva quella vastità di pellicole che, in maniera più o meno dichiarata cercavano di “darsi un tono” e di differenziarsi in mezzo alla fitta produzione dei soft porno che uscivano uno dietro l’altro, anche se il fine ultimo era sempre lo stesso per tutti: stuzzicare lo spettatore con situazioni morbose e ammiccanti. La Gabbia racconta di un sequestro di persona ai danni di un pubblicitario sposato che vive a Parigi, orchestrato da una sua ex fiamma che, casualmente, lo incrocia per strada dopo tanti anni. Approfittando dell’assenza della moglie di lui, i due finiscono nuovamente a letto insieme, ma al mattino l’uomo si risveglia incatenato e si rende conto di essere prigioniero: la donna è una pazza che, con la complicità della figlia (attratta da lui) lo umilia e lo sottopone a pesanti vessazioni, intenzionata a fare in modo che non se ne vada via una seconda volta…
La storia scritta da Francesco Barilli non è strutturata male, il problema è che non si capisce dove voglia andare a parare Giuseppe Patroni Griffi inscenando una situazione del genere: da una parte si ha l’impressione che il regista di Metti Una Sera A Cena avesse voglia di realizzare un prodottino chic per un pubblico borghese in vena di qualche trasgressione, ma la storia funziona solo (e non sempre) per il ritmo abbastanza sostenuto e per la bravura di Tony Musante e di Laura Antonelli che, a parere di chi scrive e in antitesi con il giudizio di molti, in questo film non recita affatto male. In fondo La Gabbia è, seppur con qualche variante, la solita storia di persone ricche e annoiate (sembra che nessuno abbia mai orari o impegni di lavoro) e l’aguzzina Antonelli ha tutta l’aria di una che sfoga la sua rabbia proprio come conseguenza di un devastante vuoto esistenziale: non ha problemi di soldi e compra il cibo direttamente nei più lussuosi ristoranti della zona, passando le giornate insieme alla figlia all’interno della sua casa sfarzosa senza occuparsi di nulla di concreto.
Eppure, la sensazione diffusa è che i personaggi legati a questo film non fossero proprio convinti di quello che stavano facendo: Florinda Bolkan appare svogliata e Tony Musante, pur impegnandosi al massimo con discreti risultati come dicevamo, spesso sembra un po’ perplesso per le situazioni dove è protagonista. Poco erotismo comunque e tutto risulta abbastanza casto ma, dopo una prima parte un po’ lenta, La Gabbia impenna, si veste da thriller e migliora con lo scorrere dei minuti. Insomma, tutto sommato non ci si annoia.
Sceneggiatura di Alberto Silvestri e del maestro Lucio Fulci, riutilizzata dallo stesso regista romano per il suo Il Miele Del Diavolo uscito l’anno dopo, ancora una volta con Blanca Marsillach nel cast.