UNA LUCERTOLA CON LA PELLE DI DONNA, Lucio Fulci, Italia/ Francia/ Spagna 1971

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A Londra, una ricca donna borghese (Florinda Bolkan), si confida col suo analista raccontandogli i suoi sogni, che riguardano in maniera ricorrente la viziosa vicina di casa (Anita Strindberg), una bella e aristocratica signora che organizza orge a base di droga. Un giorno, dopo aver sognato di uccidere la donna (e dopo averlo confidato al suo psichiatra), questa viene trovata morta sul serio. Da quel momento, per la protagonista comincia un incubo a base di inseguimenti, aggressioni e sogni che diventano reali, orchestrati da qualcuno che vuol farle la pelle. Ma è stata davvero lei a commettere il delitto?

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UNA LUCERTOLA CON LA PELLE DI DONNA è una delle più celebri pellicole di Lucio Fulci. Si tratta di una storia gialla sospesa tra trovate geniali, scene raccapriccianti e immagini oniriche, con belle sequenze che dimostrano finezze registiche notevoli: la Bolkan inseguita da un tipo coi capelli rossi che cerca di ucciderla in tutti i modi è impossibile da dimenticare.

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Fulci inserisce diversi elementi all’interno del film che nulla hanno realmente a che vedere con la trama, ma che sortiscono l’effetto di gettare lo spettatore in una dimensione sospesa fra incubo, realtà e morbosità. Ad esempio, viene sottolineata l’attrazione incestuosa di una ragazza (Ely Galleani) verso il padre, ma la sequenza più celebre e più disturbante (che creò a Fulci anche diversi problemi con la censura) è quella in cui la Bolkan apre la porta di una clinica e trova dentro dei cani vivisezionati, tenuti in vita artificialmente da una schiera di dottori; scena tanto realistica e ben realizzata da essere scambiata, all’epoca, per vera (ma il responsabile era in realtà un ottimo Carlo Rambaldi).

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In UNA LUCERTOLA CON LA PELLE DI DONNA si parla di omosessualità femminile (anche se tutto è solo suggerito): la protagonista è sposata e apparentemente eterosessuale, ma l’attrazione fisica che sente per la sua vicina di casa è destinata a esplodere prepotentemente, in barba alla vita di facciata che credeva di poter portare avanti.

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Se alla fine la soluzione dell’enigma risulta debole e tirato per i capelli (viene spiegato a parole dal commissario) non possiamo che dire un bel “ma chi se ne frega”, perché il film di Lucio Fulci funziona e riesce nella sua missione: divertire, stupire e impressionare. Da non perdere.

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ITALIA/ FRANCIA/ SPAGNA, 1971

REGIA: Lucio Fulci

CAST: Florinda Bolkan, Jean Sorel, Anita Strindberg, Ely Galleani, Silvia Monti, Alberto De Mendoza, Penny Brown, Mike Kennedy

NERO VENEZIANO, Ugo Liberatore, Italia 1978

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Renato Cestié era un attore che, da bambino, sapeva reggere da solo le storie dei suoi film e NERO VENEZIANO non fa che confermare la sua bravura: il film di Ugo Liberatore è brutto e se qualcosa si salva è solo per la sua ennesima, ottima prova. Un bambino cieco, a Venezia, ha dei flash in cui vede un uomo inquietante con un bastone che porta con sé un cane nero ma quando prova a raccontare quello che gli succede nessuno gli crede, eppure la sorella viene messa incinta da un uomo uguale a quello delle visioni. Guai a mettersi in mezzo però, perché l’austero signore è il Demonio e  si sa, non è mai una bella idea intromettersi in certe faccende…

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In più di un punto NERO VENEZIANO annoia, Liberatore prova a creare un po’ di suspense senza riuscirci mai sfruttando male l’alto potenziale che c’era, in più sono un po’ troppe le scene involontariamente comiche (e nemmeno poco) che peggiorano la situazione, così l’arrosto è servito: una finestra che si spalanca improvvisamente e si schianta in faccia al povero ragazzino, un neonato lanciato a tutta forza in muro di chiodi sono due sequenze che vorrebbero risultare arcane e inquietanti, ma che, come detto, provocano soltanto una sonora risata.

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A parte il protagonista quindi, poco o nulla da salvare, però vanno comunque segnalate Ely Galleani, Lorraine De Selle e Olga Karlatos, dopodiché rimane l’umida ambientazione di Venezia e qualche (rara) inquadratura suggestiva. Se avete voglia di brividi in gondola, rivolgetevi altrove, perché NERO VENEZIANO non fa paura a nessuno…

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ITALIA, 1978

REGIA: Ugo Liberatore

CAST: Renato Cestié, Rena Niehaus, Yorgo Voyagis, José Quaglio, Olga Karlatos, Ely Galleani, Lorraine De Selle

 

BABA YAGA, Corrado Farina, Italia 1973

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Valentina è una fotografa di moda che, una sera per caso, conosce una distinta signora che si dimostra molto interessata a lei. La donna si chiama Baba Yaga e le fa dono di una bambola, raccomandandosi di portarla sempre con sé, ma il giocattolo ha delle magiche proprietà che condizionano la vita di Valentina. Baba Yaga è in realtà una strega lesbica, che attraverso l’uso della magia cerca di tenere legata Valentina a sé, così il giocattolo di notte prende vita e si trasforma in una bella ragazza seminuda… Decisa a fare chiarezza, la bella fotografa cerca una soluzione per porre fine al maleficio.

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Trasposizione delle celebri tavole a fumetti di Guido Crepax, con Isabelle De Funès che veste i panni della sensuale fotografa che si trova in mezzo a magia, suggestioni e erotismo. BABA YAGA è una bella occasione per Corrado Farina, che ha modo di affrontare un discorso di tipo politico e sociale e tratta temi come contestazione, la borghesia e l’ipocrisia del capitalismo.

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Carrol Baker, algida e sensuale, è più che convincente nei panni della strega lesbica e George Eastman è il ragazzo di Valentina che, inizialmente incredulo, l’aiuta a sciogliere l’enigma. C’è poi Ely Galleani (nuda e già pronta per l’erotismo all’italiana) nella parte della bambola che accompagna la vita della protagonista.

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Erotismo, un po’ di suspense e dissertazioni politiche fanno di questa pellicola non troppo discussa un prodotto originale, ben fotografato, ben diretto e con belle scenografie, a dimostrazione che Corrado Farinaè un autore tutt’altro che banale e con molte frecce al suo arco.

Merita una visione.

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ITALIA, 1973

REGIA: Corrado Farina

CAST: Carroll Baker, George Eastman, Isabelle De Funès, Ely Galleani, Daniela Balzaretti, Mario Mattia Giorgetti, Angela Covello